IL SAPORE DEI PUGNI
Tutti abbiamo un nemico. Da
quando nasciamo. Il nemico cambia, nel corso della vita, ma ce ne abbiamo
sempre almeno uno. Concreto o ideato. C'è sempre qualcuno o qualcosa di cui
avere paura e da cui doversi difendere. C'è sempre una paura da cui imparare a
difendersi. E una rabbia da saper concretizzare. Cambia solo il nostro livello
di consapevolezza, ma il nemico c'è. Sempre.
Questa è la storia di una persona
che ha deciso di imparare a difendersi a mani nude dai propri tanti nemici. Tutti,
quelli concreti e quelli mentali. Questa è la mia storia. Questa è la storia di
come sono arrivato alla WCRA.
I corsi di arti marziali spesso
vendono la superiorità del proprio sistema sugli altri, ma soprattutto garanzie
di efficacia e certezze che diventano estremamente funzionali alle proprie
insicurezze. Il messaggio subliminale è "se impari queste tecniche
diventerai invincibile e invulnerabile". Non solo la vittoria finale
assicurata, quindi, ma anche la promessa di terminare uno scontro senza nemmeno
un graffio.
Questo mi avevano promesso nella
mia prima lezione di prova, nella palestra vicino casa mia. E in maniera
nemmeno così indiretta. Ma non ci avevo tanto creduto, mi sembrava un po'
troppo semplice. E così avevo cercato altro.
Mi parlavano in tanti di un
maestro a Bari, tra il famoso e il famigerato. Una cara amica era pronta a
giurare che questo maestro, Paolo Girone fosse il migliore. Insegnava il Wing
Chun. Internet mi spiegò che il Wing Chun era uno stile di kung fu, ritenuto
tra i più efficaci nella difesa personale. L'idea di imparare quel tipo di
combattimento mi sembrò molto stimolante, la risposta alla mia domanda di
difesa. Soprattutto quando sbirciando una sua lezione vidi i movimenti
equilibrati ed eleganti di quella che scoprii dopo essere la "Siu Nim
Tao", la "piccola idea". I rudimenti del Wing Chun.
Eppure la prima lezione a cui
partecipai da allievo, iniziò in modo inaspettato.
"Non esiste nessun
combattimento reale in cui si può evitare totalmente di essere colpiti".
Questo fu il primo insegnamento che mi diede il mio Maestro. Non molto
rassicurante rispetto a quanto raccontano in altri luoghi e rispetto alle
fantasie più o meno cinematografiche che mi portavo dietro. Ma mi sembrò così
maledettamente vero, da convincermi che lì avrei imparato il vero sapore dei
pugni.
E mentre mi insegnavano ad usare
il mio corpo nel Wing Chun per difendermi dai nemici concreti, imparavo a
conoscere i miei limiti e i miei talenti per difendermi dai miei nemici
psicologici. Mentre imparavo ad usare la forza dei miei muscoli e la rapidità
dei miei riflessi, Paolo, il mio maestro, mi isegnava che "l'arte è fatta
di dettagli, il kung fu è Arte. Il kung fu è fatto di dettagli". E così,
se imparare a difendermi diventava imparare, in un certo senso, a fare Arte,
potevo lasciarmi innamorare da quello che stavo facendo,
a tutti i livelli.
In casa WCRA, però, abita
tantissima gente. E si parlano tante lingue marziali diverse. Ci sono tanti
insegnanti, tanti "mondi". Una sorta di "fiera del combattimento",
dove è impossibile non invaghirsi di ciò che si vede. E' impossibile
d'altronde, laddove si cerca di imparare a difendersi, non farsi affascinare
dai coltelli, dai bastoni e dalle altre armi del Kali Filippino o dalle
tecniche del Brazilian Jiu Jitsu? In casa WCRA, tutti sanno che nel
combattimento, in quello vero, non importa come si chiama l'arte marziale che
pratichi, o quale sia la migliore. In casa WCRA tutti sanno che nel vero
combattimento conta combattere bene, e cercare di vincere.
Questo è il senso delle MMA (le
arti marziali miste) in WCRA. E questo mi ha fatto decidere di cominciare a
praticarle. Nelle MMA i diversi sistemi di combattimento non sono semplicemente
sommati. Sono integrati. Tutte le tecniche, rivenienti da ogni luogo, da ogni tempo,
da ogni "grand master", vengono adattate per essere utilizzate in
ogni momento, insieme, e con la massima efficacia. Le MMA sono uno sport, pur
se con poche essenziali regole, ma se esiste qualcosa di realistico e
verosimile riguardo al combattimento,
è lì che si trova.
Insomma in WCRA non contano le
parole. Non ci sono retaggi. Non c'è nessun sentimento o dichiarazione di
superiorità a priori. C'è solo la coscienza delle proprie capacità e del
proprio impegno senza frontiere. Il resto lo raccontano i risultati, non le
dichiarazioni.
E c'è ancora dell'altro. Nella
WCRA, ci sono le persone. Quelle stesse che in allenamento ti prendono a pugni
e calci o che tentano di strangolarti, sono quelle con cui puoi andare a bere
una birra la sera, o a cui puoi chiedere aiuto. E loro li troverai sempre,
senza riserve.
Perchè chi condivide il sapore
dei pugni, condivide profondamente sé stesso.
E questo imparo ogni giorno nella
WCRA: che nel combattimento, vero e leale, c'è molto da imparare della vita e
delle persone.