giovedì 8 novembre 2012

L'ANGOLO DELLE RIFLESSIONI WCRA - 8 novembre 2012


IL SAPORE DEI PUGNI

Tutti abbiamo un nemico. Da quando nasciamo. Il nemico cambia, nel corso della vita, ma ce ne abbiamo sempre almeno uno. Concreto o ideato. C'è sempre qualcuno o qualcosa di cui avere paura e da cui doversi difendere. C'è sempre una paura da cui imparare a difendersi. E una rabbia da saper concretizzare. Cambia solo il nostro livello di consapevolezza, ma il nemico c'è. Sempre.
Questa è la storia di una persona che ha deciso di imparare a difendersi a mani nude dai propri tanti nemici. Tutti, quelli concreti e quelli mentali. Questa è la mia storia. Questa è la storia di come sono arrivato alla WCRA.
I corsi di arti marziali spesso vendono la superiorità del proprio sistema sugli altri, ma soprattutto garanzie di efficacia e certezze che diventano estremamente funzionali alle proprie insicurezze. Il messaggio subliminale è "se impari queste tecniche diventerai invincibile e invulnerabile". Non solo la vittoria finale assicurata, quindi, ma anche la promessa di terminare uno scontro senza nemmeno un graffio.
Questo mi avevano promesso nella mia prima lezione di prova, nella palestra vicino casa mia. E in maniera nemmeno così indiretta. Ma non ci avevo tanto creduto, mi sembrava un po' troppo semplice. E così avevo cercato altro.
Mi parlavano in tanti di un maestro a Bari, tra il famoso e il famigerato. Una cara amica era pronta a giurare che questo maestro, Paolo Girone fosse il migliore. Insegnava il Wing Chun. Internet mi spiegò che il Wing Chun era uno stile di kung fu, ritenuto tra i più efficaci nella difesa personale. L'idea di imparare quel tipo di combattimento mi sembrò molto stimolante, la risposta alla mia domanda di difesa. Soprattutto quando sbirciando una sua lezione vidi i movimenti equilibrati ed eleganti di quella che scoprii dopo essere la "Siu Nim Tao", la "piccola idea". I rudimenti del Wing Chun.
Eppure la prima lezione a cui partecipai da allievo, iniziò in modo inaspettato.
"Non esiste nessun combattimento reale in cui si può evitare totalmente di essere colpiti". Questo fu il primo insegnamento che mi diede il mio Maestro. Non molto rassicurante rispetto a quanto raccontano in altri luoghi e rispetto alle fantasie più o meno cinematografiche che mi portavo dietro. Ma mi sembrò così maledettamente vero, da convincermi che lì avrei imparato il vero sapore dei pugni.
E mentre mi insegnavano ad usare il mio corpo nel Wing Chun per difendermi dai nemici concreti, imparavo a conoscere i miei limiti e i miei talenti per difendermi dai miei nemici psicologici. Mentre imparavo ad usare la forza dei miei muscoli e la rapidità dei miei riflessi, Paolo, il mio maestro, mi isegnava che "l'arte è fatta di dettagli, il kung fu è Arte. Il kung fu è fatto di dettagli". E così, se imparare a difendermi diventava imparare, in un certo senso, a fare Arte, potevo lasciarmi innamorare da quello che stavo facendo, 
a tutti i livelli.
In casa WCRA, però, abita tantissima gente. E si parlano tante lingue marziali diverse. Ci sono tanti insegnanti, tanti "mondi". Una sorta di "fiera del combattimento", dove è impossibile non invaghirsi di ciò che si vede. E' impossibile d'altronde, laddove si cerca di imparare a difendersi, non farsi affascinare dai coltelli, dai bastoni e dalle altre armi del Kali Filippino o dalle tecniche del Brazilian Jiu Jitsu? In casa WCRA, tutti sanno che nel combattimento, in quello vero, non importa come si chiama l'arte marziale che pratichi, o quale sia la migliore. In casa WCRA tutti sanno che nel vero combattimento conta combattere bene, e cercare di vincere.
Questo è il senso delle MMA (le arti marziali miste) in WCRA. E questo mi ha fatto decidere di cominciare a praticarle. Nelle MMA i diversi sistemi di combattimento non sono semplicemente sommati. Sono integrati. Tutte le tecniche, rivenienti da ogni luogo, da ogni tempo, da ogni "grand master", vengono adattate per essere utilizzate in ogni momento, insieme, e con la massima efficacia. Le MMA sono uno sport, pur se con poche essenziali regole, ma se esiste qualcosa di realistico e verosimile riguardo al combattimento, 
è lì che si trova.
Insomma in WCRA non contano le parole. Non ci sono retaggi. Non c'è nessun sentimento o dichiarazione di superiorità a priori. C'è solo la coscienza delle proprie capacità e del proprio impegno senza frontiere. Il resto lo raccontano i risultati, non le dichiarazioni.
E c'è ancora dell'altro. Nella WCRA, ci sono le persone. Quelle stesse che in allenamento ti prendono a pugni e calci o che tentano di strangolarti, sono quelle con cui puoi andare a bere una birra la sera, o a cui puoi chiedere aiuto. E loro li troverai sempre, senza riserve.
Perchè chi condivide il sapore dei pugni, condivide profondamente sé stesso.
E questo imparo ogni giorno nella WCRA: che nel combattimento, vero e leale, c'è molto da imparare della vita e delle persone.